Presentazione ansiosa

Mi chiamo Beatrice,ho diciotto anni e una passione sconfinata per i libri. Scontato? Forse sì. Nel mio amore però mi sento unica. Non vedo altro futuro se non con loro,e per questo motivo ho deciso di cimentarmi in un blog di recensioni e pensieri vari. :) Sono all'antica, scrivo ancora tutto a mano.. Questo schermo bianco mi mette un po' di ansia,lo ammetto. Spero di riuscire nel mio intento, e di trasmettere la mia passione a chi mi leggerà. Grazie per l'attenzione,gufetti! :)

venerdì 25 aprile 2014

L'ULTIMO GIORNO DI UN CONDANNATO A MORTE

L'epoca in cui vive Victor Hugo è caratterizzata da profondi cambiamenti a livello storico e sociale, ma soprattutto culturale. È il periodo infatti del romanticismo, dell' "io" al centro di tutto, dei sentimenti messi a nudo, ma innanzitutto di una grande voglia di libertà. È su questo sfondo che l'autore ci racconta la storia di un uomo di cui non sappiamo nulla: né il nome, né la condizione sociale, né il motivo della condanna. Fin dalla prima pagina però comunica il terrore per ciò che lo aspetta. Il lettore inevitabilmente si immedesima,anch'esso prova angoscia e paura , smarrimento,  mentre l'ora fatidica si avvicina. Mi è rimasto impresso il fatto che l'attesa sia di per sé una tortura. Non è tanto la morte,veloce con la ghigliottina, ma ciò che vi è prima. Il tempo sembra dilatarsi oltre misura ed insieme correre all'impazzata. Il cuore che batte, il sudore freddo, lo stomaco chiuso. Ciò che opprime è il senso di impotenza: sai ciò che ti aspetta,  ma non puoi fare nulla per cambiare le cose. Hugo non ha specificato volontariamente le generalità del protagonista. Sia che egli sia innocente, sia che egli sia colpevole,  il momento è drammatico. Prima dell'opera vera e propria egli ha posto una breve commedia, ambientata in un salotto parigino, nel quale si parla proprio del libro, pubblicato inizialmente in via anonima. Qui gli alti borghesi assumono un atteggiamento indignato, affermando che è oltraggioso scrivere dal punto di vista di un condannato. Eppure l'intento dello scrittore era proprio questo: creare dibattiti sull'argomento. Senza indignazione non c'è rivoluzione.
Al posto di quell'uomo potrebbe esserci chiunque: un ladro di infima categoria così come un nobile. È l'azione che è sbagliata. L'edizione Newton Compton Editori è davvero ben curata e l'introduzione di Arnaldo Colasanti illuminante!

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