Presentazione ansiosa

Mi chiamo Beatrice,ho diciotto anni e una passione sconfinata per i libri. Scontato? Forse sì. Nel mio amore però mi sento unica. Non vedo altro futuro se non con loro,e per questo motivo ho deciso di cimentarmi in un blog di recensioni e pensieri vari. :) Sono all'antica, scrivo ancora tutto a mano.. Questo schermo bianco mi mette un po' di ansia,lo ammetto. Spero di riuscire nel mio intento, e di trasmettere la mia passione a chi mi leggerà. Grazie per l'attenzione,gufetti! :)

mercoledì 13 agosto 2014

MOLTO FORTE INCREDIBILMENTE VICINO

Jonathan Safran Foer è considerato ormai un autore di grande importanza nonostante non abbia alle spalle un grande numero di opere, ed un motivo c'è: ogni suo libro lascia nel lettore un qualcosa che rimarrà indelebile anche col passare degli anni. Ovviamente cambia da persona a persona, ma penso che il concetto di fondo sia uguale per tutti: ognuno ha perso nella vita almeno una persona cara, sia che essa sia morta sia che se ne sia andata, ed il  dolore è incolmabile, difficile anche solo da accettare figuriamoci di provare a spiegarlo ad altri. Ma è qui che l'autore dimostra la propria bravura: riesce ad esprimere con le parole quello che si prova immedesimandosi in un ragazzino, Oskar Schell, che deve affrontare la morte del papà, avvenuta l' 11 Settembre nell'attacco alle torri gemelle. La storia di fondo è abbastanza semplice: un anno dopo la perdita Oskar trova in un vaso una chiave con su scritto semplicemente ''Black''. Decide di scoprire a  chi appartiene e cosa apre andando a trovare tutti coloro che hanno quel cognome e che abitano nella propria città (New Yor, tanto per intenderci). E' impossibile non affezionarsi al ragazzino che ci racconta la propria avventura, ogni sabato per svariati mesi, nei quali conosce i più svariati tipi di persone, stringe varie amicizie e riesce anche a maturare, cominciando a vedere le cose da un nuovo punto di vista. Il romanzo mi è piaciuto molto, e trovo che Foer sia geniale nel trattare la caratterizzazione dei vari personaggi ( cosa che avevo già apprezzato in Ogni cosa è illuminata, http://theowlsdiary.blogspot.it/2014/07/ogni-cosa-e-illuminata.html ): infatti fin dalle prime pagine si scopre l'attaccamento e l'affetto che c'erano tra padre e figlio, soliti inventare giochi tra di loro, confidarsi tutto, e leggere storie prima della Buonanotte. Con queste premesse diventa ancora più triste leggere il fatto che Oskar non riesca a superare in alcun modo la morte di Thomas Schell, e la rabbia che prova verso chiunque ci sia riuscito o perlomeno ci stia provando come ad esempio la mamma, che nei discorsi del ragazzino viene sempre descritta con un misto di amore ed incomprensione, sentimenti che arriva a provare perfino il lettore tanto ci si immedesima. La narrazione è intervallata dalle lettere del nonno e della nonna paterni di Oskar. Il primo le indirizza al figlio, che non ha mai conosciuto (non svelerò altro, leggete il libro), mentre la seconda al suo adorato nipote, spiegando molte cose tenute all'oscuro per troppo tempo. Sullo sfondo di una New York caratterizzata da moltissimi incontri, il piccolo eroe della vicenda insegna a tutti una lezione fondamentale: la perdita può essere molto forte, ma chi abbiamo perso rimarrà per sempre incredibilmente vicino. 
Oltre alla bella storia il libro è curato nei minimi dettagli con moltissime immagini aggiuntive.

Nel 2011 è stato tratto un film bellissimo dal romanzo, in cui figurano Tom Hanks nei panni di Thomas Schell e Sandra Bullock come mamma di Oskar, con Stephen Daldry alla regia.

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