Presentazione ansiosa

Mi chiamo Beatrice,ho diciotto anni e una passione sconfinata per i libri. Scontato? Forse sì. Nel mio amore però mi sento unica. Non vedo altro futuro se non con loro,e per questo motivo ho deciso di cimentarmi in un blog di recensioni e pensieri vari. :) Sono all'antica, scrivo ancora tutto a mano.. Questo schermo bianco mi mette un po' di ansia,lo ammetto. Spero di riuscire nel mio intento, e di trasmettere la mia passione a chi mi leggerà. Grazie per l'attenzione,gufetti! :)

lunedì 1 settembre 2014

IL PIACERE

Tra il 1888 e il 1889 nella graziosa Francavilla al Mare Gabriele D'Annunzio scrisse Il piacere, romanzo ambientato nella Roma aristocratica e lussuosa e che ben presto divenne un capolavoro, simbolo di un'epoca. Protagonista e allo stesso tempo narratore è Andrea Sperelli, un giovanotto nobile e ricco appena trasferitosi nella città immortale e da molti definito alter-ego di D'Annunzio stesso. Non so se questa era l'intenzione dell'autore, ma certo è che molti sono i punti in comune tra i due: un gran fascino seduttore, intelligenza unita ad una grande cultura e un savoir faire tutto italiano. La storia si svolge in un lasso di tempo di circa due anni e per la maggior parte del tempo in vari salotti aristocratici degli amici di Andrea che ben presto si innamora della "bella ed impossibile" vedova Elena Muti, la quale non ci mette molto per ricambiare i sentimenti dell'uomo e cedere ad una passione travolgente, per poi lasciarlo all'improvviso senza tante spiegazioni. Il nostro protagonista inizialmente è spaesato, non riesce a comprendere, ma tutto ciò non lo spinge all'isolamento bensì ad un maggior interesse per le donne, che si traduce nella loro seduzione e in un amore prettamente carnale. Nel volto delle varie amanti però vi è sempre impressa lei, l'amata per eccellenza, Elena, che ha lasciato un profondo segno nell'animo di Andrea, che inizia ad essere sempre più sfacciato, fino ad arrivare ad un duello per contendersi una donna. Qui però viene ferito, ed è costretto a passare la convalescenza nella villa di Schifanoja di sua cugina Francesca d'Ateleta. Pian piano comincia a riprendersi, grazie anche all'intervento nella sua vita di una nuova donna: Maria Ferres, moglie del ministro plenipotenziario del Guatemala. Tra i due nasce un amore dolce e platonico, a causa anche del carattere di lei, totalmente diverso dalla prima amante, ma che per alcuni gesti e caratteristiche la ricorda. Nel raccontare le passioni di questo Don Giovanni di fine Ottocento D'Annunzio ne esamina attentamente la psicologia, i sentimenti, le emozioni, facendo emergere a volte una nota critica nei confronti della perversione e del cinismo con cui vengono affrontate le relazioni, viste come un semplice mezzo per raggiungere i fini preposti. La prosa è ricca di moltissime similitudini, metafore ed anafore, cosa che delle volte rende difficoltosa e lenta la lettura. Purtroppo non ho amato molto questo romanzo: il modo in cui viene descritto l'universo femminile mi sembra superficiale ed stereotipato, inoltre ho trovato lo stile antiquato e complesso un po' noioso, D'altronde è pur sempre un capolavoro della letteratura, che forse ho semplicemente letto nel periodo della mia vita sbagliato o precocemente. Chissà! 

Nessun commento:

Posta un commento