Presentazione ansiosa

Mi chiamo Beatrice,ho diciotto anni e una passione sconfinata per i libri. Scontato? Forse sì. Nel mio amore però mi sento unica. Non vedo altro futuro se non con loro,e per questo motivo ho deciso di cimentarmi in un blog di recensioni e pensieri vari. :) Sono all'antica, scrivo ancora tutto a mano.. Questo schermo bianco mi mette un po' di ansia,lo ammetto. Spero di riuscire nel mio intento, e di trasmettere la mia passione a chi mi leggerà. Grazie per l'attenzione,gufetti! :)

giovedì 26 giugno 2014

DIO DI ILLUSIONI

Donna Tartt pubblicò il suo primo romanzo nel 1992, iniziato ai tempi dell'università e che ebbe fin da subito un forte successo. Non è difficile capire il perché: nonostante la mole notevole si legge tutto d'un fiato grazie alla trama avvincente, e fa riflettere molto, anche una volta finito. Richard Papen, un ragazzo californiano avente poche possibilità economiche, riesce ad ottenere una borsa di studio per un college specializzato in materie umanistiche nel Vermont, dove rimane affascinato da un gruppo di ragazzi, gli unici a studiare greco antico, alquanto snob e considerati, per queste ragioni, un'élite. Il narratore è Richard stesso che ci spiega come li ritenesse irraggiungibili e come desiderasse conoscerli. Dopo vari tentativi riesce a convincere Julian ad ammetterlo al suo corso. Infatti è di questo professore la decisione di avere un massimo di cinque studenti ai quali insegnare le varie branche della cultura classica, in un ambiente intimo e in un modo che richiama molto L'attimo fuggente. Ed è così che Richard conosce personaggi unici e del tutto particolari, ognuno dei quali, per motivi diversi, mi è rimasto nel cuore: Bunny, allegro e pacioso, Francis dalla folta chioma rossa, i gemelli Charles e Camilla, ed infine Henry, studioso ed erudito, ritenuto glaciale nei rapporti con gli altri ma fulcro del gruppo. Tutti i ragazzi sono accomunati dal vestire in modo inconsueto, dall'essere completamente ignoranti riguardo il mondo moderno, dal fare uso di alchol e droga, e dall'essere (seppur in modo differente) molto ricchi. E' quest'ultimo fatto che spinge il nostro narratore a nascondere la sua grigia infanzia californiana e ad inventarne una caratterizzata dal lusso e dalle celebrità. Ben presto Richard entra a far parte del gruppo ma man mano che il tempo passa viene a scoprire fatti che cambieranno per sempre il suo modo di vedere le cose. A tratti la narrazione si fa intricata in quanto il protagonista insieme ai suoi compagni inizia ad assumere droghe ed alchol. Un misto fra thriller, giallo e romanzo di formazione, si tende molto ad essere influenzati dal punto di vista del narratore, e così passo dopo passo a cambiare anche idea con lui. I grandi temi del romanzo sono la bellezza e la malvagità. La prima chiamata ''crudele''(χαλεπὰ τὰ καλά)''non c'è nulla di sbagliato nell'amore per la bellezza, ma se non è sposata a qualcosa di profondo rimane sempre superficiale'''. La seconda presa dai personaggi sottogamba, nascosta in una fitta coltre di scuse ed accuse. Questo libro mi ha colpito molto per i temi esposti a volte in modo molto crudo. Inoltre mi ha stupito il ribaltamento di alcune cose: fatti importanti vengono trattati con noncuranza, fatti marginali assumono un significato fondamentale. I miei studi classici mi sono stati molto d'aiuto nella lettura, per i vari riferimenti fatti al mondo greco e latino. La Tartt ha deciso di pubblicare un libro ogni dieci anni. Aspettando il prossimo, ne ho ancora altri due da leggere. Se sono come questo, mi piaceranno sicuramente molto.



2 commenti:

  1. L'ho letto tanti anni fa, forse poco dopo l'uscita. Avevo l'età dei protagonisti più o meno e ricordo che mi piacque tantissimo. Mi sono rimaste impresse le atmosfere del libro e anch'io feci l'associazione con L'attimo fuggente.

    RispondiElimina
  2. Io anche sono quasi coetanea dei protagonisti! Penso sia questo a rendere ancor più sconvolgente la lettura del libro! Ma nonostante cioè uno dei più belli che abbia mai letto:)

    RispondiElimina