Presentazione ansiosa

Mi chiamo Beatrice,ho diciotto anni e una passione sconfinata per i libri. Scontato? Forse sì. Nel mio amore però mi sento unica. Non vedo altro futuro se non con loro,e per questo motivo ho deciso di cimentarmi in un blog di recensioni e pensieri vari. :) Sono all'antica, scrivo ancora tutto a mano.. Questo schermo bianco mi mette un po' di ansia,lo ammetto. Spero di riuscire nel mio intento, e di trasmettere la mia passione a chi mi leggerà. Grazie per l'attenzione,gufetti! :)

martedì 1 luglio 2014

OGNI COSA E' ILLUMINATA

Jonathan Safran Foer era sconosciuto sul panorama della letteratura contemporanea quando nel 2002 pubblicò Ogni cosa è illuminata, un romanzo ispirato a una sua esperienza personale avvenuta nel 1999. Ebbe subito un grande successo tant'è  che nel 2005 ne è stato tratto un film dal regista emergente Liev Schreiber. La grande particolarità è che la trama si suddivide in due storie avvenute a parecchi anni di distanza l'una dall'altra, che corrono parallele per tutto il libro e pian piano svelano dettagli che le accomuna fino al loro intrecciarsi. Esse sono narrate da due personaggi molto diversi, che sono anche i protagonisti del romanzo: Alex, un giovane ucraino che sogna l'America, ed il suo coetaneo ebreo Jonathan che proviene proprio da lì. I ragazzi si incontrano poiché dopo aver ricevuto dalla nonna una foto raffigurante il nonno e la donna che lo ha salvato dai nazisti, Jonathan parte per il paese di origine, l'Ucraina appunto, intenzionato a conoscere quella misteriosa figura femminile. Per fare ciò si rivolge all'agenzia locale, diretta dal padre di Alex che incarica quest'ultimo di guidare il ragazzo nella sua ricerca, facendosi accompagnare dal Nonno e da Sammy Davis Junior Junior, un cane puzzolente e coccolone. Come indizi per il quartetto solo una foto e due nomi: Augustine, la famosa donna, e Trachimbrod, paesino dove i due vivevano. Alex con il suo inglese posticcio e malconcio racconta la storia del viaggio, a tratti davvero spassosa; Jonathan invece narra la storia del villaggio fin dal 1740. Il romanzo è articolato sotto forma di lettere in cui i due allegano passi della propria opera. Non manca nulla: amore, odio, rabbia. Sullo sfondo la seconda guerra mondiale e la tragedia ebraica. Tra ironia e tristezza la trama corre veloce, mostrando come la sorte a volte giochi davvero brutti scherzi e come alcuni fantasmi tornino sempre, nonostante si sia fatto l'impossibile per scacciarli. Ogni personalità è ben delineata, cosa che è stata molto utile secondo me anche per la sceneggiatura del film: ne ho visto qualche spezzone su youtube e gli attori hanno l'aspetto che avevo immaginato per i personaggi, tali e quali. Nonostante vi siano molti passi comici, il grande fulcro è la tragedia personale che ognuno vive, grande o piccola che sia. Dall'amore non corrisposto alla shoa, il libro mette in luce i vari modi dell'essere umano di reagire. Ogni cosa è illuminata, appunto.




locandina del film.


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