Presentazione ansiosa

Mi chiamo Beatrice,ho diciotto anni e una passione sconfinata per i libri. Scontato? Forse sì. Nel mio amore però mi sento unica. Non vedo altro futuro se non con loro,e per questo motivo ho deciso di cimentarmi in un blog di recensioni e pensieri vari. :) Sono all'antica, scrivo ancora tutto a mano.. Questo schermo bianco mi mette un po' di ansia,lo ammetto. Spero di riuscire nel mio intento, e di trasmettere la mia passione a chi mi leggerà. Grazie per l'attenzione,gufetti! :)

martedì 22 aprile 2014

NOTRE-DAME DE PARIS

Nel 1831 a soli 29 anni Victor Hugo divenne famoso con questo romanzo, che riuscì ad oltrepassare senza difficoltà le censure dell'epoca e a porsi come pietra miliare della letteratura francese. Uno di quei libri insomma, che almeno una volta nella vita va letto. 
6 Gennaio 1482. Parigi. Non solo giorno dell'epifania, ma anche festa dei Matti per la Corte dei Miracoli,in cui tutto è lecito, perfino eleggere un proprio papa. Per le strade della città la bella Esmeralda incanta gli spettatori con danze e con canti , movimenti sinuosi e sorrisi angelici. Al suo fianco la simpatica capretta Djali, la quale, ormai addestrata, al semplice movimento di un tamburello meraviglia con vari giochetti. L'arcidiacono di Notre-Dame, Claude Frollo, uomo serio e da sempre dedito agli studi, non riesce a contrastare la passione travolgente che lo incatena alla fanciulla, fino ad arrivare ad un punto di non ritorno. Sullo sfondo della vicenda vi è Quasimodo, il campanaro zoppo e gobbo , divenuto sordo a causa del proprio mestiere. Egli vive in una solitudine completa dovuta al suo aspetto esteriore e alla crudeltà del popolo, che non esita ad odiarlo per questo fatto. Unico contatto umano è quello con Frollo, al quale Quasimodo è sottomesso in segno di gratitudine, poiché era stato lui a salvarlo quando era solo un bambino. Ultimo personaggio principale della vicenda è il capitano Phoebus, bello e statuario, ma cinico,senza scrupoli, amante del vizio e del quale si innamorerà Esmeralda. Con grande scaltrezza Hugo fa susseguire ed intrecciare le vicende, che sembrano sottoporsi alla volontà del fato, in un vortice sempre più complicato di intrighi ed incomprensioni, fino all'apice, che corrisponde con l'inevitabile tragedia. La maestosa cattedrale di Notre-Dame è anch'essa protagonista e sotto i suoi occhi si svolge l'intera storia. Mescolate all'azione vi sono molte sequenze descrittive, o addirittura interi capitoli, come ad esempio 'Parigi a volo di uccello', nel quale l'autore descrive minuziosamente la città ed i quartieri che la compongono. Un po' più lenti e difficili, è da dire, ma comunque una bella finestra per comprendere meglio le dinamiche del romanzo. Staccare il naso dal libro è quasi impossibile. Storia. Magia. Tragedia. Respiro sospeso fino all'ultima pagina. Commozione inevitabile. Questo per me è stato il primo romanzo di Victor Hugo. Mi sono interessata all'autore all'uscita del film 'I miserabili' (2012), ma non ho avuto occasione di leggerlo fino alla settimana scorsa quando in libreria tutti gli altri libri sono come scomparsi ed ho capito che era questo il libro da prendere! Attualmente sto leggendo 'L'ultimo giorno di un condannato a morte'. A presto la recensione . :)

                  Illustrazione di Quasimodo per Notre-Dame de Paris, da Alfred Barbou.

''Trovarono tra tutte quelle orribili carcasse due scheletri, uno dei quali abbracciava singolarmente l'altro. Uno di quegli scheletri, che era quello di una donna, era ancora coperto di qualche lembo di una veste di una stoffa che era stata bianca, ed era visibile attorno al suo collo una collana di adrézarach con un sacchettino di seta, ornato da perline verdi, che era aperto e vuoto. Quegli oggetti erano di così poco valore che di certo il boia non li aveva voluti. L'altro, abbracciava stretto questo, era lo scheletro di un uomo. Notarono che aveva la colonna vertebrale deviata, la testa incassata tra le scapole e una gamba più corta dell'altra. D'altronde non aveva alcuna vertebra cervicale rotta ed era evidente che non fosse stato impiccato. L'uomo al quale era appartenuto era quindi giunto lì, e lì era morto. Quando fecero per staccarlo dallo scheletro che abbracciava, cadde in polvere''.

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